06/01/2003

Mauritania 2002 - 7 - Da Oualata a Audaghost

Autore: Alberico Barattieri

Orti a Oualata

Oualata - Nema - Ayoun El Atrous

6 gennaio 2003

Dopo una lauta colazione andiamo a visitare un progetto ispano-mauritano nelle vicinanze. Si tratta di una grande cooperativa agricola che, grazie a fondi spagnoli, ha costruito un sistema di irrigazione goccia a goccia con pompe e cisterne.I frutti dopo 7 anni di attività si vedono.
Piccoli orti verdissimi, giovani palme da dattero di 3/4 metri ed altre coltivazioni che ben si adattano al clima del luogo. Il direttore (un giovane agronomo mauro) ci guida all'interno degli orti. Questi sono gestiti su base familiare dalle donne (tutte di etnia nera). La cooperativa vende i prodotti ed il ricavato viene suddiviso tra le famiglie. Hanno anche cominciato ad allestire un camping, ma lo fanno discretamente per non urtare la suscettibilità del caid locale che possiede l'albergo in cui abbiamo dormito ed un altro camping.

Uscendo dalla cooperativa la guida ci porta a "vedere i Nemadi". Questi dovrebbero essere una popolazione nomade che caccia con i cani. Veniamo condotti sull'altro lato del oued che fronteggia Oualata presso due tende misere, i cui proprietari non sembrano affatto diversi dagli altri abitanti. Solo due cani nei pressi potrebbero far pensare ai Nemadi. Ci rendiamo conto che, probabilmente con la guida non ci siamo capiti. D'altra parte i Nemadi dovrebbero essere un popolo del deserto, nomadi non urbanizzati. 

Riparazioni lungo la stradaLasciamo Oualata per dirigerci a Nema attraverso la pista ovest. Quasi tutta in piano si snoda attraverso un terreno arido e piatto, sfiorando alcune sebka.

Nema. Città grande e terminale della strada nazionale asfaltata che da Nouakchott porta in Mali. Dopo aver fatto riparare il problema al cuscinetto del 80 di Athos, andiamo alla gendarmeria dove lo chef decide di farci perdere mezza giornata inutilmente. Secondo il suo (modesto) parere, attraversando da nord a sud ed entrando nel suo territorio da Oualata abbiamo commesso un grave reato (e vorrebbe farci pagare anche un permesso per le foto fatte a Oualata) e quindi dobbiamo scucire molte migliaia di unghie. Roberto, Athos e Giorgio affrontano la battaglia dialettico/economica con lo chef. Alla fine, scuciteci un po' di unghie, ci vista i passaporti e ci permette di ripartire. Imbocchiamo l'asfalto verso ovest.
Ad un paio di controlli i gendarmi ci chiedono soldi ma Roberto li fulmina maledicendo lo chef di Nema. La cosa funziona. Desistono. Evidentemente la rapacità del soggetto è nota.

Viaggiamo a velocità sostenuta. Ai lati della strada tanti piccoli villaggi, principalmente di tende. Con il calare del buio, ad un centinaio di km da Ayoun El Atrous ci fermiamo a qualche centinaio di metri dalla strada per fare campo.

 

Incontro con la carovana sulla pista per Tamchekket

Ayoun El Atrous - Tamchekket - Audaghost

7 gennaio 2003

All'alba siamo in piedi. Guadagniamo velocemente AYoun El Atrous dove Giorgio cerca inutilmente qualche ricambio per il Toy (i prezzi sono bassi rispetto all'Italia) e dove ci informano che la pista che porta direttamente a Tamchekket non è più quella indicata dalle carte ma è stata sostituita dalla nuova che parte dopo Tintane, una settantina di km più avanti. Usciti dalla città, la strada corre tra formazioni rocciose. Dopo Tintane, oltrepassata la falesia alla nostra destra svoltiamo sulla nuova pista. Scorrevole con un po' di tole. Alle 12, infallibile, Roberto stoppa per lo spuntino.

Mentre siamo fermi passa una mandria di cammelli molto numerosa con tutta la famiglia al seguito. Trasloco? Veniamo raggiunti da un elegante signore in abiti tradizionali con valigetta in pelle. E' il sindaco di un vicino paese che si deve recare a Tamchekket dal governatore e ci chiede un passaggio. Sale sull'apecar, l'unica ad avere un sedile disponibile. Tamchekket si trova su un rilievo sabbioso circondato da boschi di acacie. Il luogo è bello. Le costruzioni un po' fatiscenti ma un cartello annuncia che oltre alla scuola, già costruita, sono in programma un ambulatorio ed un macello per bovini. Sembra strano ma, in effetti, nella zona si vedono più bovini che capre.

Campo ad AudaghostDopo il solito check dai gendarmi proseguiamo alla volta di Audaghost, la città perduta. La pista punta ad est. Facciamo fatica a trovarla a causa delle dune che sbarrano la via diretta. Poi seguiamo il tracciato. Quando il punto gps di Audaghost comincia ad essere troppo alla nostra destra ci rendiamo conto di aver sbagliato pista. Probabilmente stiamo seguendo il vecchio tracciato che porta a Ayoun El Atrous.

Torniamo sui nostri passi e troviamo l'imboccatura di una valle insabbiata che ci permette di approcciare la piana che ci separa dalle alture in cui si nasconde la città. Vi arriviamo nel tardo pomeriggio. Intorno a noi falesie di roccia e, al centro di una conca, ecco Audaghost.

Della città non resta molto. Mucchi di pietre suggeriscono la posizione degli antichi edifici. Unica costruzione visibile la base della moschea. E' stata ricostruita da alcuni archeologi come esempio. Curiosamente non è orientata correttamente. Il "Sindaco" locale ci da il benvenuto e poi, molto discretamente, ci lascia soli mentre alcuni di noi si arrampicano sulla falesia che ci sovrasta per godersi il tramonto.

 

Pozzo sulla pista per Boumdeid

Audaghost - Tamchekket - Campo a sud di Boumdeid

8 gennaio 2003 

Torniamo sui nostri passi fino a Tamchekket. Questa volta ci mettiamo poco. Ma l'uscita dal bosco a nord della città (bellissimo verdissimo, quasi irreale), costellato da innumerevoli piccoli villaggi, si rivela complicata.

Non troviamo un tracciato e ci andiamo ad infilare in un terreno infido di sabbia e touffes. Alla fine torniamo indietro ed in un villaggio, in cambio di magliette, troviamo chi ci guida verso l'imbocco della pista che porta verso nord ovest. Spuntino. A metà pomeriggio siamo ad un pozzo, con nomadi ed innumerevoli capre e cammelli. Facciamo una sosta e filmiamo l'abbeverata.

Imbocchiamo la pista che punta a nord, l'unica evidente dal pozzo, e proseguiamo per un oretta. Secondo il gps, Boumdeid si trova verso ovest, ma la pista prosegue verso nord e non si scorgono passaggi agevoli. Torniamo al pozzo e, dietro l'altura a cui è addossato, troviamo la pista che porta ad ovest. Dopo qualche km la pista comincia a tendere verso sud. Noi dovremmo andare verso nord ovest. Lasciamo la pista e seguiamo delle tracce che portano nella direzione corretta. Il terreno non è molto scorrevole. Passata un ultima altura ci troviamo in una ampia valle che punta nella giusta direzione. La pista appare qua e là. La guida è faticosa. Comincia a fare buio e, scorta una duna in mezzo alla piana, vi facciamo il campo.


Articoli correlati


Mauritania 2002 - 8 - Da Audaghost a Matmata
09/01/2003

Mauritania 2002 - 8 - Da Audaghost a Matmata

Il mitico passo di Nega e le pozze dei coccodrilli di Matmata
Mauritania 2002 - 7 - Da  Oualata a Audaghost
06/01/2003

Mauritania 2002 - 7 - Da Oualata a Audaghost

Ritorniamo ad ovest verso Audaghost per poi puntare verso il passo di Nega
Mauritania 2002 - 6 - Da Akeilet edn Dhib a Oualata
04/01/2003

Mauritania 2002 - 6 - Da Akeilet edn Dhib a Oualata

Dal pozzo di Aratane all'Enji e da qui alla tanto attesa Oualata
Mauritania 2002 - 5 - Da El Gallouya a Akeilet edn Dhib
01/01/2003

Mauritania 2002 - 5 - Da El Gallouya a Akeilet edn Dhib

La traversata da nord a sud del grande nulla dell'est mauritano
Mauritania 2002 - 4 - Da Enogei a El Gallouya
30/12/2002

Mauritania 2002 - 4 - Da Enogei a El Gallouya

L'antica città carovaniera di Ouadane il Guelb el Richat, la depressione di El Beyed ed El Gallouya
Mauritania 2002 - 3 - Da Nouakchott a Enogei
28/12/2002

Mauritania 2002 - 3 - Da Nouakchott a Enogei

Lasciamo l'Atlantico e la capitale verso nord est alla volta delle città dell'Adrar
Mauritania 2002 - 2 - Da Nouadhibou a Nouakchott
25/12/2002

Mauritania 2002 - 2 - Da Nouadhibou a Nouakchott

Attraverso il Banc d'Arguin scendiamo verso sud in direzione della capitale Nouakchott
Mauritania 2002 - 1 - Da Torino a Nouadhibou
20/12/2002

Mauritania 2002 - 1 - Da Torino a Nouadhibou

Dall'Italia alla Mauritania attraverso Il Marocco ed il Sahara Occidentale

Ultimi video

The Real Race To Dakar 2020

The Real Race To Dakar 2020

YouTube
La vera erede della "Dakar"
Would You Ride Africa's Worst Train? | 18 Hours In A Freight Truck

Would You Ride Africa's Worst Train? | 18 Hours In A Freight Truck

bald and bankrupt
YouTube
18 Hours In A Freight Truck
Mauritanie : Destins des Sables

Mauritanie : Destins des Sables

Daniel Renouf
YouTube
Trois jeunes hommes, trois histoire
Sahara 1994 integral

Sahara 1994 integral

MAISAMLAB
YouTube
Quando ancora esistevano i "peugeottari".
The Mauritania Railway - Backbone of the Sahara

The Mauritania Railway - Backbone of the Sahara

National Geographic
YouTube
At more than 430 miles long, the Mauritania Railway has been transporting iron ore across the blistering heat of the Sahara Desert since 1963.
© Alberico Barattieri 1989-2021 eccetto ove indicato diversamente