28/12/2002

Mauritania 2002 - 3 - Da Nouakchott a Enogei

Autore: Alberico Barattieri

Nouakchott - Piton di Tamaggout

28 dicembre 2002

Al mattino, mentre quasi tutti si allontanano per le compere, resto al camping a sistemare al meglio il materiale digitale. Assisto alla riparazione di Indiana Jones, ed alla partenza verso il Senegal sua e dei due francesi "mercedesati" (une fois dans la vie). Partono anche Luca, Oumou e Bruno con destinazione St. Louis. Noi attendiamo il, pomeriggio per andare a recuperare i due membri mancanti degli equipaggi per la traversata a est. Sulla strada per l'aeroporto troviamo un ricambista della Toyota che ha prezzi di assoluta concorrenza con quelli praticati da noi. Purtroppo il portapacchi che avevo individuato resterà un sogno...

Campo Tamaggout

Aeroporto di Nouakchott. Abbastanza moderno. Bambini e storpi mendicano nella sala principale. Eleganti mauri in abiti tradizionali ed altri vestiti all'occidentale. Qualche elegante coppia mista, ma vestita solo all'occidentale. Arrivano i nostri. Rita e Mauro. Rispettivamente moglie di Roberto e navigatore di Pippo. Scambiamo poche parole e, velocemente, ci infiliamo sulla strada che porta ad Atar.

Il paesaggio è piatto, monotono ed il traffico mano a mano che ci allontaniamo dalla capitale diventa sempre più rarefatto. Tira vento, come al solito. Ogni tanto le dune dell'Ed Dkhaina diventano visibili alla nostra destra.

Poi sulla sinistra si staglia la prima altura dalla partenza, 200 km prima, da Nouakchott. Si tratta del piton di Tamaggout. Lo aggiriamo da est e facciamo campo.

 

Piton di Tamaggout - Atar - Chinguetti - Auberge Enogei

29 dicembre 2002 i

Ore 7. Sveglia! Riprendiamo il nastro d'asfalto, attraversiamo Akjioujt, triste e desolata, ed infine ci addentriamo tra le alture in direzione di Atar. All'entrata in città facciamo il pieno di tutte le taniche. Non troveremo rifornimenti per parecchi giorni. Compriamo il pane, una cassa di acqua, vediamo un saudita con falcone sul braccio seguito da una folla di persone, scopriamo che sono attesi in giornata tre charter dalla Francia, Roberto contratta la vendita dei due ammortizzatori che ha a bordo, io acquisto da un vecchio signore un elegante volume per le scuole superiori mauritane dal titolo "Geologie en Mauritanie" e quindi imbocchiamo la pista per Chinguetti. Scorrevole, con lavori di ampliamento in corso, la pista si addentra verso le alture del Dhar Chinguetti e, dopo una curva a destra vi si arrampica (sull'asfalto) fino alla Passe di Amogjar. Giunti sulla cima e passato il posto di blocco ci troviamo su una pista scorrevole e larga che ci porta fino a Chinguetti. 

Chinguetti: Il proprietario di una bibliotecaL'ingresso in città è sabbioso. Attraversiamo lo oued omonimo che la taglia in due e ci fermiamo sulla spianata dall'altro lato. Mentre chi non ci è mai stato coglie l'occasione per andare a visitare la città e le sue famose biblioteche, altri vanno al camping locale a raccogliere informazioni recenti su sicurezza e percorribilità delle zone verso cui siamo diretti.Io faccio parte dei visitatori di biblioteche. Ci addentriamo tra le mura in rovina. Le uniche cose che sembrano in ordine sono le abitazioni che racchiudono le biblioteche. Tutte private.

Ne visitiamo una (......) ma i libri che ci vengono mostrati non vanno oltre il 1800. In compenso notiamo l'ordine in cui vengono raccolti e la catalogazione di cui sono oggetto. Secondo il padrone di casa è tutto fatto con fondi della famiglia perché quelli che dovrebbero arrivare dall'Unesco, nessuno li ha (ancora?) visti.

Paghiamo il nostro biglietto e usciamo, un po' delusi, nell'aria torrida. Intendiamoci: vale comunque la pena di visitarne una. Il fatto è che dopo la lettura di tanti libri su Chinguetti, forse le aspettative sono troppo alte rispetto alla realtà. Torniamo alle macchine dove troviamo ad attenderci un certo numero di bambini e venditrici di pipette, collanine e punte di freccia.

La moschea di ChinguettiIntanto Athos e Roberto tornano dal loro tour con notizie non proprio rassicuranti. Nella zona dove vogliamo andare, circa una settimana prima, sono state rubate le Toyota che alcuni sauditi avevano noleggiato per andare a praticare la caccia con il falco. Secondo i locali si tratta di maliani che sconfinano in territorio mauritano.

Sempre attorniati dai locali sgonfiamo le gomme, il programma prevede la risalita dello oued Chinguetti, completamente insabbiato, in direzione di Ouadane.Lo oued, nonostante l'insabbiamento completo, per i primi km è abitato. Case e piccoli spazi verdi cercano di opporsi in una lotta disperata all'avanzare della sabbia. Ci insabbiamo. Un locale ci indica il modo di superare le dune che riempiono il corso dello oued. Ci portiamo sulla sinistra e cominciamo un bellissimo percorso in fuori pista sulle dune. Roberto guida il gruppo con maestria sulla sabbia molle ma, ad un certo punto, si insabbia pure lui. Con due macchine in serie lo trainiamo fuori. Onore al merito: è l'unica volta che ha avuto bisogno di aiuto per disinsabbiarsi in tutto il viaggio. Continuiamo su dune e sabbioni fino ad un villaggio, all'uscita del quale nel corso di un oued, Giorgio si insabbia. Piastre, spinta, richiesta di indicazioni ai locali e riprendiamo la marcia. La pista ora è sassosa e non consente grandi velocità. Di arrivare con la luce a Ouadane non se ne parla. Il panorama intorno a noi non dice molto e non è certo un posto memorabile per fare il campo. Poi, nel nulla, a bordo pista si staglia un cartello: Auberge Enogei, 2 km a sinistra.

Auberge Enogei: contrattazioni sul prezzoSembra incredibile. Chi diavolo ha avuto l'idea di un albergo qui Decidiamo di andare a vedere.

L'Auberge Enogei è quasi commovente. Due recinti in arbusti e pietra come riparo dal vento e dalla sabbia.  All'interno lo spazio per i fuoristrada e una serie di tende per gli ospiti. Due gabinetti in muratura fuori dai recinti.
Il vecchio e distinto mauro che conduce l'albergo parla solo arabo. Per fortuna Graziella lo mastica e ci fa da interprete. Nel tempo che facciamo i soliti lavori di manutenzione (di tutte le auto) e lavaggio (solo qualcuno di noi), il padrone ed i suoi familiari ci confezionano un cuscus buono ed abbondante che consumiamo sotto la tenda più grande insieme ad un risotto "made in europe".

Athos sfodera il PC con le cartine satellitari e ci mostra il percorso del giorno seguente mano a mano che inserisce i waypoint tratti dal libro "Mauritanie au GPS", croce e delizia del nostro viaggio. All'ora di andare a nanna, solo io e Mauro decidiamo di approfittare della grande tenda.


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