1 gennaio 2003
Buon anno. Alba fresca e soleggiata. Risaliamo sull'altopiano e dopo pochi km abbandoniamo la pista che piega verso destra e giriamo ad est. Si corre su basse dune ad alta velocità. Per ora ci sono delle tracce. Poi abbandoniamo la sabbia e saliamo su una lieve falesia su cui scorre la pista ben visibile. Troviamo un campo di locali abbandonato da poco. Ma andiamo troppo a nord.Abbandoniamo la pista puntando verso Bou Jertala, rilievo roccioso alla cui base oltre a sabbioni grigi molli ed insidiosi troviamo degli strani affioramenti di roccia verde chiaro (presenza di rame?).
Dopo la sosta spuntino riprendiamo verso est. Cominciamo con un primo assaggio delle "touffes". I dolci cordoni di dune che tagliamo in diagonale ne sono disseminati. Si viaggia facendo degli impegnativi slalom, ognuno traccia il suo percorso.
Dopo un po' ne abbiamo abbastanza e decidiamo, anche per misura di sicurezza, di puntare a sud est, in modo da tagliare l'erg Ouarane e portarci più a sud del pozzo di El Mrayer. Arriviamo nell'erg che si rivela essere molto dolce e con cordoni molto distanziati tra loro. Uno dei momenti più belli del viaggio per panorami e piacere di guida. Al piede di uno dei cordoni ci fermiamo e facciamo il campo. Tramonto sulla cresta.
2 gennaio 2003
Il panorama non cambia per un pezzo. Ogni tanto un cordone di dune da attraversare ci rallenta un po' ma la marcia è spedita. Poi le dune diventano fisse e punteggiate di "touffes" sempre più fitte. La guida è più impegnativa e la sabbia continua ad essere molle, fortunatamente dal lato sud che per noi è solitamente discesa. I rilievi si fanno via via meno marcati e sempre più sgomberi dalla vegetazione fino a quando entriamo nella zona di El Mreyye (lo specchio) che è costituito da un terreno semipiatto e costituito da piccole dune morbide, costellato di affioramenti di paleosuoli. Scorgiamo diversi reperti, anche viaggiando a velocità sostenuta. Un posto che merita di essere studiato.
Alla sera sostiamo ad un'ottantina di km a nord del pozzo di Aratane. Tira vento e montiamo il telo a riparo del campo. Io, intanto mi dedico alla posa della balise che ingombra il vano posteriore del nostro Toy dalla partenza (con grande gioia di Athos).
3 gennaio 2003
All'alba scopertura della balise. Con poche ma sentite parole spiego ai miei compagni di viaggio il perché della cosa. Dopo la cerimonia, con un po' di personale magone, ripartiamo.
Siamo ora, per un centinaio di km, nel territorio del Tagant. Per circa 20 km o scenario non cambia: lievi e dolci rilievi da percorrere a buona velocità, facendo attenzione alla sporadica presenza di pareti verticali nel lato nascosto. Quindi ricominciano le "touffes" ed il percorso diventa disagevole.
Giunti in vista dei rilievi che annunciano la prossima falesia dietro la quale è situato il pozzo di Aratane, decidiamo di tagliare diretti anzichè seguire la base dei rilievi sulla nostra sinistra. E sbagliamo. Ci infiliamo in una zona di "touffes" e di catini sabbiosi. Un vero calvario. La sabbia è molle e ci si trova in difficoltà ogni qualvolta si devono salire pendii ripidi senza abbastanza rincorsa. La conformazione del terreno ci costringe ad avanzare a zigzag. Ci insabbiamo a più riprese ed avanziamo pochissimo. A sera, sfiniti, siamo ancora lì. E lì decidiamo, giocoforza, di fare il campo.