Km 55.415 - Partenza ore 10.30 - Tempo: Sole.
Fotografie all'alba sulla duna, colazione e sgnappe. Seguiamo a occhio cercando di mantenere una direzione N.N.O. lo snodarsi delle piste alla ricerca di Rissani. Senza grandi difficoltà e seguendo una pista attraverso una grande palmeraie abitata, giungiamo alla strada asfaltata che collega Erfoud a Rissani. Benzina ed aquisto di Francesco al volo dal finestrino di un bracciale.
Poco dopo l'uscita del paese svoltiamo a sinistra nella nuova strada asfaltata che collegherà il Tafilalt e Rissani con Zagorà e la Valle del Draà. Per 135 Km la strada è scorrevole e larga dopodiché l'asfalto finisce lasciando il posto ad una lurida traccia da venti trenta chilometri orari. Attraversiamo numerosi villaggi, tutti con evidenti possibilità idriche, nonostante l'aspetto arido di tutto ciò che li circonda. Incrociamo in tutto tre auto di turisti e sei di locali. Arrivati a Tazzarine alle 16.30.
Tazzarine è una palmeraie molto bella, in una posizione che la pone come porto verso il deserto (peccato che le piste di frontiera siano chiuse da quindici anni). Muri di terra, stradine tortuose e popolazione gentile. Facciamo base al camping locale.
Il Camping Caravaning Amasttou, "Au Coeur de la Palmerie au Centre de Tazzarine", merita una citazione per due motivi: in primis, è il miglior camping che ci sia dato di conoscere in Marocco; inoltre si é rivelata la base ideale per scoprire un pezzo di paese di cui non sospettavamo l'esistenza.
Che l'atmosfera sia diversa lo si vede già dal controllo dei passaporti da parte del militare locale: sotto la tenda in stile berbero, in compagnia del padrone del camping (signore molto distinto), sorseggiando thè, si chiacchiera amabilmente del più e del meno. Anche se non è segnalata su nessuna guida, Tazzarine diverrà presto -inshallah- un piccolo centro turistico, ottimo come base per le escursioni nel vasto e vario territorio che la circonda. Pranzo al ristorante del campeggio: brochettes, cuscus e mandarini del luogo, veramente ottimi. La zona infatti è, a detta dei locali, molto ricca d'acqua; anzi, negli ultimi anni risulta eccessiva con gravi conseguenze per gli abitanti dei villaggi della zona, spesso colpiti dalle piene degli oued lungo i quali sorgono.
29-12-1991
Km.55.646 - Tempo: Sole
Sveglia alle otto, caffè e Francesco fa la doccia. Colazione con trasferimento del tavolino e servizio presso la tenda (siamo gli unici clienti, è vero, ma adesso si esagera). Alle dieci e mezzo finalmente, fatto il posto per Lahcen la nostra guida sul sedile posteriore, si parte alla ricerca di graffiti rupestri. Durante il percorso veniamo convinti all'idea di utilizzare la giornata a fare un ampio giro su e giu per valli e montagne dello Jbel Sarhro, grande massiccio dell'Anti Atlas che vanta punte di oltre duemila metri, con ritorno in serata a Tazzarine.
Lasciamo Tazzarine attraversando lo oued verso sud ovest in direzione di Ait Ouaazik, villaggio con palmeraie, nei cui pressi troviamo il primo gruppo di graffiti: Animali vari molto plastici. La pausa ci permette di divagare sui problemi della conservazione di questi reperti; Lahcen ci racconta di esser dovuto ricorrere all'autorità del Caid locale per far cessare l'asportazione quale materiale da costruzione e le incisioni dei bambini su quelle antiche pietre. Alcune persone sono finite due giorni in prigione a titolo dimostrativo e l'opera di distruzione è cessata.
Ripartiamo da questo sito proseguendo per un tratto sulla pista che lo costeggia seguendo la valle per poi piegare a destra per affrontare una pista che supera un passo. Questo tratto è molto duro (specialmente la discesa sull'altro versante). Giungiamo al secondo sito (Abdi) dove quello che è stato evitato ad Ait Ouaazik è invece accaduto. Resta poco, su un area più vasta della precedente. Dopo una visita alla duna di Tiouririne alla ricerca dell'incisione di un grande elefante (regolarmente insabbiata ed introvabile). Puntiamo ora verso il massiccio dello Jbel Sarhro; attraversiamo vari villaggi fino ad arrivare ad una valle alla cui imboccatura si trova la località di Imi'n'Site (Iminsith): cerchiamo di entrare nel oued asciutto su un abbozzo di pista sassosa tracciata nel suo letto, ma poco dopo si rivela abbandonata ed impraticabile. Siamo così costretti a salire sulla montagna lasciando sulla sinistra lo oued con relativa forra. Pista dura, in salita. Scenario a perdita d'occhio, meraviglioso. Arrivati in alto, si domina la valle sottostante con il villaggio di Sit verso il quale, dopo aver imboccato una ripida pista tagliata nel fianco della vallata, scendiamo. A fondo valle svoltiamo a destra, seguendo lo oued . Proseguiamo ed arriviamo alla località di Eminuglzi dove, la parete di roccia a destra della pista è formata da "canne d'organo" di origine basaltica molto belle. Poco dopo, sullo sfondo di fronte a noi (direzione ovest), compaiono due torri di roccia chiamate Babnelih (le porte di Allah).
A questo punto abbandoniamo la pista che abbiamo seguito finora alla nostra destra (pista che attraverso un passo di 2.000 m. collega Boumaine Dades) per imboccare la pista che scende verso sud ovest; percorriamo una valle con numerosi piccoli villaggi l'ultimo dei quali si chiama Usdidn, quindi la pista supera la valle salendo sul fianco destro dove troviamo una miniera di pietra locale (quarzite bianca utilizzata per pavimentazioni ed altro) detta Varetine.
Comincia a calare velocemente il sole e quindi corriamo in controluce e su pista abbastanza scorrevole verso N'Kob dove facciamo benzina. Lasciandoci alle spalle il paese e uno splendido tramonto, viaggiamo verso Tazzarine su pista in direzione est sud est dove giungiamo con il buio. Non abbiamo più voglia di montare la tenda e, dopo aver diviso il nostro panetun ed un whisky maroc con i locali, ci abbandoniamo a queste note ed al sonno.
Ouhra Lahcen (la guida)
Elouarzazi Mohamed (le Patron) Camping Caravaning AmasttouTazzarine - Ouarzazate
30-12-1991
Km 55.824 Pista - Tempo: Sole
Nuova colazione con tavolino presso la tenda. Se tutti i gestori di camping e hotel del Marocco utilizzassero la cortesia, la discrezione e la pulizia che ci viene destinata in questo luogo, i turisti sarebbero il doppio di quel che sono!
Ci dirigiamo verso sud in direzione di Timganine e poi Serdrare che Lahcen chiama "deserto blu": in effetti dove non c'è deposito di sabbia portata dal vento, il terreno si presenta cosparso di ciotoli e pietre dal colore blu-grigio; Francesco preleva campione. Poi tutti osservano l'orizzonte meridionale: una piatta totale. Ci dirigiamo verso ovest dove si vedono dune di sabbia.
Sparse tra le dune troviamo delle piccole palmeraie che hanno dei sistemi di irrigazione particolari, le foggara: dalla sorgente distante dal villaggio ed in profondità fino ai campi, troviamo una canalizzazione sotterranea che a poco a poco porta alla superficie l'acqua; per scavare questo tunnel vengono praticati dei pozzi verticali per estrarre il materiale scavato ogni quindici-venti metri, ne risulta, in superficie, una serie di montagnole di terra in linea retta, a distanza regolare e lunga chilometri (Talghazite e zone limitrfe).
Altra salita e conseguente discesa in un vasto plateau chiuso tra le montagne, (A Ourzì) che seguiamo verso ovest. Raggiungiamo quindi il villaggio di Im'in'Ouassif dove, presso locali, consumiamo i rituali tre bicchieri di thè alla menta (quì c'è), pane bagnato nell'olio e dove acquistiamo alcuni fossili. Riprendiamo la pista in direzione del passo di Tizi'n Tafilalette, passato il quale si entra in una zona piana che prelude al Jbel Zagora.
Proprio ai piedi di questa montagna che domina la città, foriamo una gomma (un bel chiodo) e decidiamo quindi di fermarci al Camping de la Montagne dove montiamo la tenda.