Km 55.954. Tempo: Leggermente velato. Freddo.Mattinata con spese varie in Zagora (pane, coltello, vino, sigarette), riparazione della gomma e partenza in direzione Foum-Sguid alle 12.00.
La pista parte dal rondò dove si trova il famoso cartello "Tombouctou 40 giorni di cammello": Prendere a destra della stazione di polizia la pista che si dirige verso l'aeroporto. Passatolo tenersi sulla pista a destra in direzione ovest. Il tracciato segue un percorso diverso da quello segnato sulla carta anche se risulta percorrere la stessa vallata. Percorso monotono, dopo delle dune a circa otto chilometri da Zagora, la pista si snoda seguendo la vallata su fondo sabbioso-ghiaioso fino a Bou-Rbia.
Dopo questa località (in cui si trova un ospedalino) la guida diventa stressante a causa del fondo sassoso e solcato da innumerevoli piccoli oued. Giungiamo alla carrozzabile che collega Tazenakht a Foum-Sguid dopo 135 chilometri di pista da Zagora.
Svoltiamo a sinistra per percorrere i pochi chilometri che, lungo la palmeraie,ci portano in città. All'ingresso c'è una stazione di servizio-albergo dove facciamo benzina.
Foum-Sguid è una guarnigione, qualche negozio (sotto porticati di cemento), un rondò e molte abitazioni in costruzione. Solito rifornimento di pane e acqua e, richiesto alla Gendarmerie Royale la percorribilità della pista e avutone l'assenso, partiamo.
Usciamo dal paese e ci imbattiamo lungo la pista in tre postazioni di batterie mobili dell'esercito marocchino a breve distanza l'una dall'altra. Andiamo avanti con il sole che comincia a calare ed alla ricerca di un luogo dove accamparci per il capodanno. A circa 22 Km dalla città, la pista si avvicina allo oued che scorre sulla destra e a ridosso di un'ansa dello stesso troviamo piccole dune: ci accampiamo. Fa decisamente freddo e ci scaldiamo come possiamo con alcoolici vari. Cenone: salmone con maionese, salamini sott'olio, risotto e caffè (mancano solo le donne!). La luce si spegne alle 22.00.
1-1-1992
Km 56.117 Tempo: Sole
Dopo aver abbondantemente e comodamente colazionato e poltrito, finalmente alle 12 si parte in direzione Tissint. Pista buona, con tratti da 60/70 Kmh. A circa 50 km da Foum-Sguid sulla sinistra della pista c'è un villaggio (Mrhimina), con palmeraie e marabout. Davanti a noi, verso sud ovest, si apre la piana del Draa (interdetta) con nulla a perdita d'occhio. Qui la direzione cambia di 90 gradi in direzione nord ovest.
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Dopo altri 5 Km la pista attraversa il oued Tissint in cui c'è acqua corrente, ai fianchi le palme e gli orti ma non un anima (sarà perchè è capodanno?). La pista prosegue in direzione di Tissint seguendo lo oued sulla sinistra. Incontriamo delle grandi dune con rada vegetazione sulla sinistra e, diversi chilometri dopo, sulla destra.
Arriviamo infine a Tissint che si presenta ai nostri occhi come una grande e lunga palmeraie; la pista la aggira per portarsi sull'altura retrostante dove sorgono i comandi militari, una lunga fila di case in costruzione ed il posto di polizia. Veloce e cordiale registrazione dei passaporti ed il poliziotto di guardia ci indica la strada (in fondo alla via principale girare a destra per una strada in discesa che costeggia le caserme e passato l'ufficio postale fermarsi sulla sinistra) per la "grande cascade"....meravigliosa visione. Quanta acqua tutta d'un colpo: gente che lava, gioca, pesca. Francesco, preso dall'euforia, scende in riva al fiume a fare fotografie mentre famigliarizzo con i bambini locali.
Ripartiamo alla volta di Tata. I primi chilometri di pista sono schifosi. Sulla destra una forra con oued e palmeraie molto belli e dall'altro lato una città presso la quale stanno perforando. Dopo molti chilometri scassa macchina e scassac... giungiamo all'inizio dei lavori della transmarocchina che costeggiamo fino a 35 Km da Tata. Da qui è tutto asfalto nuovo e scorrevole.
Arriviamo a Tata con l'intento di trovare notizie sulle gravures rupestres di cui avevamo letto in Italia: nessuno sa niente e quindi, tenuto presente che l'unico albergo esistente non ispira granchè e che il camping locale è semi abbandonato, decidiamo di ripartire per un tour in direzione di Souk-Tleta-de-Tagmoute e Igherm.
Uscendo dalla città, inizialmente la pista segue il corso dello oued per poi arrampicarsi su un altopiano. A 20 Km da Tata facciamo il campo a circa 1200/1300 m. di altitudine. Fa freddo e tira vento. Lo chef consiglia: crema di funghi porcini, simmenthal caffè e liquori.
2-1-1992
Km 56.269 Tempo: Sole, vento, freddo.
Risveglio con temperatura bassa; ricarica dei bagagli in macchina...e via! Continua la pista di montagna, da brutta a decente, come fondo, a seconda dei tratti. A 30 Km da Tata, in una valle deserta, c'è un vecchio Ksar in rovina sulla sinistra; a fianco, tende di nomadi. Un chilometro dopo la pista si biforca: a sinistra prosegue la vecchia pista che taglia a mezza costa facendo un lungo giro, a destra la pista tracciata nel corso dello oued che taglia decisamente la valle; prendiamo la seconda.
Si arriva così a Souk Tleta de Tagemoute. Sulle prime sembra un posto come tanti altri: case nuove in cemento rosa, caserme eccetera. Poi la pista si infila nella valle retrostante in cui scorre lo Oued Tata e qui ricomincia il bello: intorno a noi coltivazioni di ogni genere, in mezzo ad un palmeto che pare senza fine. La pista segue il palmeto attraversando più volte lo oued. Lungo la pista si snodano canalizzazioni per la distribuzione dell'acqua agli orti che sono un vero miracolo di ingegneria idraulica. Al lavoro vediamo solo donne, contornate da nugoli di bambini. Con qualche brevissima interuzione la palmeraie è lunga la bellezza di 19 Km. Alla fine la pista si arrampica (davvero!) sul lato sinistro della valle, salendo in quota.
Davanti a noi una serie di colline interminabili, percorso accidentato (20/30 Kmh) che ci ricorda un altro arrivo a Igherm. A 90 Km da Tata la pista termina congiungendosi alla strada asfaltata che collega Tata con Igherm. Prendiamo a destra per 10 chilometri ed arriviamo ad Igherm: benzina.
Invertiamo la rotta alla volta di Akka. La prima parte del percorso, buon asfalto e poco traffico non è male: si scende lungo la valle tracciata dal Oued Akka e si attraversano numerosi villaggi con ksar più o meno ben conservati. Dopo circa 77 Km si giunge a Imitek. Prima di entrare in paese, sulla destra, si stacca una pista che segue la direzione di una linea del telegrafo: si tratta della pista che conduce direttamente ad Akka senza passare da Tata. La pista è semi-abbandonata; in un paio di punti ce la siamo inventata noi. Come riferimento, nonostante il fondo pessimo che ci costringeva a deviare, avevamo la linea del telegrafo che (scopriremo poi) termina effettivamente ad Akka. Per tutta la lunghezza del percorso non incontriamo anima viva.
Arriviamo ad Ait Rahhal (sobborgo di Akka) verso le 16.30. Percorriamo la pista-tangenziale che si snoda sul costone ovest e che ci permette una veduta della palmeraie dall'alto. La pista si congiunge all'asfalto ad un chilometro circa ad ovest della città.
Ci dirigiamo verso il "centro" alla ricerca di un albergo ristorante decente. Il locale albergo non ispira fiducia, perciò prendiamo la decisione di andare al locale campeggio: c'è solo il cartello, una cinta in muratura, 3 palme 3 e basta. Neanche un guardiano! Ci riforniamo di acqua, pane e coraggio e decidiamo di partire vers ovest alla ricerca di un luogo dove accamparci.
Dopo una decina di chilometri, sulla destra, si staglia un rilievo isolato nella piana. Tagliamo fuori pista e lo aggiriamo. Trovata una traccia che lo risale, ci infilamo lungo un taglio nella roccia con evidenti tracce di veicoli: arrivati a mezza costa ci fermiamo e facciamo il campo. Sarà per il vento, sarà per la stanchezza, sarà per il freddo,ma da un po' di tempo i nostri accampamenti sono ridotti all'osso. Sono le 23 ed è ora di chiudere. Buonanotte.