26-12-1991
Km 54.895 - Tempo: Sole
Circa trecentosessanta kilometri con tre passi montani da superare di cui uno di 2.100m. e uno di 1907m. Niente neve se non sulle cime più alte dell'Atlante.
Ifrane, merita una citazione se non altro perché lo stile alpino nell'architettura africana è raro se non unico. Avete presente un pezzettino di Svizzera trapiantato in Marocco? Ecco.
Dopo aver superato un bosco di pini molto bello la strada si arrampica su di una serie di altopiani e valli, scavate da oued e con rarissimi villaggi. Nell'ultima parte della tappa si percorre la valle dello Ziz, lungo il quale sorgono cittadine ed oasi in continuazione, fino a che, il fiume stesso, non si insinua nelle Gorges che portano il suo nome per poi sfociare nel lago artificiale che definisce il limite della parte alta del corso d'acqua.
Da Errachidia ad Erfoud e Rissani si trova la regione del Tafilalt, formata dagli agglomerati praticamente continui che percorrono tutta la lunga valle (circa 90 Km.)
Errachidia: otto anni fa era l'abbozzo di una nuova città; oggi lo è diventata: moderna, in parte ben costruita e abbastanza pulita (ho visto persino uno spazzino!). Tra la gente convivono due tendenze di abbigliamento, tradizionale e occidentale (soprattutto tra i giovani).
Grazie alla diga sullo Ziz ed alle sue acque cosi regimentate, la zona adiacente al fiume che dalla città in poi scorre tutto all'interno di una lunga valle è verde ed intensamente coltivata.
Meski: pur con evidenti aggiornamenti la "fonte dei pesci sacri" (con piscina) ed il relativo camping hanno ancora il fascino di una volta. Si stanno facendo ampliamenti ma l'organizzazione rimane quella di sempre: marocchina.
Lo scenario è sempre comunque bello: sotto una palmeraie, in riva allo Ziz, con di fronte il vecchio Ksar che domina la vallata. Terreno sabbioso, ottimo per la tenda. Appena arrivati il gestore tenta di farsi regalare qualcosa e visto che non ottiene niente ci vende dei datteri (buoni).
Mangiamo al ristorante locale a lume di candela (no, non siamo romantici, è che non esiste luce elettrica); omelette e spiedini di pepe puro ottimi. Il gestore, un giovane locale, è affabile e, come tutti i marocchini, buon conversatore. Allo spaccio locale (per turisti) facciamo compere smodate : coperta, bracciale, orecchini e veniamo anche aprovvigionati di pile e lampadine dal negoziante.
27-12-1991
Km 55.285 - Tempo: Sole, vento leggero.
Tappa medio-breve attraverso il Tafilalt fino alle indefinite piste dell'Erg Chebbi.
Lasciamo il campeggio di Meski, in cui stanno attrezzando il bordo della piscina, zig-zagando tra battaglioni di bambini urlanti che sembra vogliano buttarsi sotto la macchina. Dopo averne uccisi tre e feriti sei, ci dirigiamo verso Erfoud su "goudron".
Lungo il percorso dello Ziz che forma la valle del Tafilalt fino ad Erfoud la vita ferve intorno agli orti ed alle palme da datteri. Infinite bancarelle di minerali e fossili: pregevoli alcune ammoniti. Arrivati ad Erfoud facciamo la spesa e quindi imbocchiamo la strada che esce dal paese in direzione S.S.E. verso l'Erg Chebbi. Asfaltata per i primi otto chilometri, si trasforma poi in pista ben segnata con linea della luce (telefono?) ben visibile che la costeggia. Bellissima la vista del "nulla" e l'avanzamento a zig-zag. Sosta per raccogliere minerali e fossili di cui il terreno è cosparso e foto con "Polli Arena Cuneo", ovvero la pubblicità del nostro munifico sponsor.
Sempre un po' di più Soffietti ti da'.
Traffico locale con biciclette sgangherate.
Geologia: al tetto rocce carbonatiche e arenarie, alla base basalti, con filoni a Pb quà e là (Galena?).
Arrivati all'Erg Chebbi, prendiamo a caso la pista che lo costeggia verso S.S.O. Si incontrano alcuni alberghetti ai piedi delle dune più belle fino ad arrivare al paese di Merzouga vero e proprio. Posto di blocco con catena (che non si vede!) e controllo dei passaporti. Ricorda il film di Mel Brooks Mezzogiorno e mezzo di fuoco, in cui, in mezzo al deserto, si è obbligati a passare attraverso un casello autostradale.
Attraversata la porta ci dirigiamo dritto davanti a a noi per poi piegare a destra alla ricerca di un posto un po' meno attrezzato per passare la notte. Abbandoniamo la pista affrontando l'Erg non appena questo si abbassa nella valle che lo suddivide, verso la vecchia miniera indicata sulla carta (Mtis). Nel nulla totale mettiamo la tenda dopo aver percorso una pista indecifrabile per circa dieci chilometri da Merzouga. Alberico monta la tenda, Io faccio una gita sulle dune a far foto.
Cena: Tortellini, caffé, datteri e whisky.Stellata stupenda e notte gelida: nell'acqua si sta formando il ghiaccio.