03/01/1992

Marocco 1991 - 5 - L'Atlantico

Autore: Alberico Barattieri e Francesco Thellung

3-1-1992 - Touzounine - Fam el Hisn - Id Aissa - Bouizakarne - Tiznit - Agadir
Km 56.500 - Tempo: Sole, vento da S.E.

Dopo una colazione con stoviglie lerce (non abbiamo più acqua nella tanica) e una visione della piana che ci circonda dalla sommità dell'altura su cui abbiamo dormito, alle 10.30 partiamo.Le sgnappe sono alla fine! Si va' in velocità alla volta di Fam-el Hisn. Al bivio subito prima della città controllo della Gendarmerie Royale. Ci viene detto che la pista verso Assa è minata e che quindi dobbiamo seguire il goudron verso Bouizakarne. Il policeman è gentile e per consolarci ci segnala la località di Aamtodi: pista a destra di circa 25 Km  a 55/60 Km dal blocco. Lungo il percorso facciamo benzina. Arrivati al bivio, pur tra i dubbi, imbocchiamo la pista. Passato il primo paese (5 Km) e superata una collinetta, la pista si biforca: prendere a destra. In realtà stiamo cercando altre gravures rupestres ma, arrivati ad Amtodi scopriamo che si tratta di un antica casba arroccata su un torrione di roccia a protezione dell'ingresso di una gorge con palmeraie. Subito prima dell'ingresso in paese c'è un hotel nuovo, con piscina. Entriamo nel villaggio per prendere (a piedi) il sentiero che ci porterà alla casba. vi sono alcuni turisti, e scopriremo poi, chiacchierando con il guardiano della casba che il luogo, non segnalato su alcuna guida, è ben noto alle comitive di turisti di Francorosso e Alpitour. La telecamera ha dichiarato definitivamente forfait! La casba ha il suo nome in Id-Aissa (nome con cui è indicato il luogo sulla carta Michelin 969), è del 1600 ed è stata abitata (610 famiglie) fino al 1950. Oggi in rovina,conserva un sistema di cisterne con relative canalizzazioni, piccole abitazioni e cunicoli di collegamento scavati in parte nella roccia. Forte di quattro torri di avvistamento, domina completamente l'ingresso della palmeraie. Tutta la valle con orti villaggi e palmeraie prende il nome di Amtodi (segnaletica stradale) ed è lunga circa tre chilometri tra pareti a picco. Nella parte alta si trova una sorgente che in pratica da la vita a tutti gli orticelli che si snodano ai lati del oued centrale. Molto suggestiva l'eco del muezzin che rimbalza tra le rocce. Dopo una regalia di dirham ai fanciulli (ed una fanciulla, svergognata!) ripartiamo in direzione Agadir, meta dei nostri sogni e del nostro sporco. Arriviamo ad Agadir con il buio e ci fermiamo all'hotel Atlas Liwa (seconda categoria). Agadir,nome che in Europa suona esotico ma che corrisponde a quanto di più occidentale vi sia in nordafrica. La città è stata ricostruita negli anni settanta e tale è rimasta: cose ben progettate e costruite allora non si sono evolute e sono quindi invecchiate precocemente. Il nostro albego, ad esempio, doveva essere mica male all'epoca della sua costruzione ma la scarsa manutenzione e il ritardo temporale per cio che riguarda la gestione lo hanno fatto invecchiare male.

4-1-1992 - Agadir - Oualidia
Km. 56.913 - Tempo: sole

Dopo una lauta colazione (la cosa migliore dell'albergo) ed eluse tutte le moine del groom per avere una mancia, partiamo con obbiettivo la "spiaggia dei fricchettoni" che le nostre memorie situano a nord della città. Nella realtà, scopriamo con nostro vivo disappunto che non è lì; la nostra nuova localizzazione (a spanne) è a nord di Sidi Ifni. Arresici all'evidenza dei fatti decidiamo stoicamente di saltare a pie' pari una tappa e puntiamo su Oualidia. La strada dopo aver abbandonato la costa si snoda attraverso colline verdi e intensamente coltivati. A 25 Km a sud da Essaouira si stacca la strada (11 Km) che porta alla spiaggia di Sidi-Kaouki dove passai due giorni a giocare a pallone con i ragazzini locali dormendo la notte alla belle etoile nel 1983. Oggi c'è un piccolo albergo per windsurfers con 10 camere e sono previsti altri insediamenti turistici nel 93. C'è anche un camping. La spiaggia è bella come allora; quanto durerà? Mangiamo nell'alberghetto locale (ma facente parte di una catena francese) una tagine di pesce ottimo ma un po' caro. Dopodichè, grande tirata fino a Oualidia (patria delle huitres) a cui giungiamo con il buio. La cucina del ristorante è sempre ottima (Hotel de la lagune) come anche il vino bianco Special Coquillage. La stanza in cui dormiamo è dignitosa ma fredda e umida. L'anziano gestore dell'albergo è molto fiero della cucina della sua maison. Francesco, che ha fatto un giro la mattina dopo fino alla laguna e al paese in riva al mare, dice che ci sono due nuovi alberghi che probabilmente danneggiano il nostro, anche perchè vicini alla spiaggia che si trova sul lato esterno della laguna. Il pranzo è così composto: insalata mista gigante, cozze più o meno alla marinara, gamberi, grande pesce (branzino?), arance dolcissime, caffè.

5-1-1992 - Oualidia - El Jadida - Casablanca - Rabat - Kenitra - Souk El Arbà - Larache - Tetouan - Martil
Km 57.336

Presi da frenesia, decidiamo di rientrare velocemente in Europa. Succede sempre così quando si ritorna dal sud del paese. Abbiamo finito gli ultimi dhiram con gli ultimi due pani e l'ultimo pieno. E' domenica. E' festa, ogni villaggio è un enorme souk (gigantesco quello di Bir-Jdid) che impegna nella guida per cercare di evitare carretti, asini,pedoni e tutto ciò che si muove o può farlo da un momento all'altro. Lungo il percorso fino a Martil, grandi vendite di tutto: ceramiche, mazzi di asparagi, cappellini, polli vivi, arachidi, delle strane piante non meglio identificate (verosimilmente commestibili), sacchetti da 20 uova, eccetera...Una curiosità: l'autostrada tra Casablanca e Rabat è a pagamento. Arriviamo a Martil al tramonto; il camping è sempre lo stesso, le frequentazioni anche, io non sto bene e Francesco si abboffa di brochettes.

6-1-1992 - Martil - Ceuta - Algeciras - Bolonia
Km 57.956 - Tempo: nuvoloso, vento.

Partenza dal camping dopo un saluto del "biondo" verso le 9.30. Dopo aver acquistato due tagine giungiamo al confine dove in mezz'oretta sbrighiamo le pratiche e passiamo. Facciamo il pieno (a Ceuta costa meno) e i biglietti per l'imbarco. Non c'è coda e dopo un controllo canino ci imbarchiamo. Mare mosso, vento forte da est. Abbiamo poche pesetas ma compriamo whisky e cioccolato. Sbarco, nuovo controllo canino, cambio di pesetas e sono già le 15. Partiamo verso Siviglia e passiamo da Tarifa ma trovati i ristoranti locali pieni, proseguiamo per poi deviare verso Bolonia: una piccola scoperta (ma Francesco c'era già stato). Troviamo da dormire all'hostal Bellavista e da mangiare al ristorante Rejas. Ottimo pranzo, prezzo modico, ristoratore simpatico e gentile. Francesco va a passeggiare sulla spiaggia ed io, dopo un bagno ristoratore lo raggiungo. Vento mitico e raccolta di conchiglie. Questa Bolonia è un posticino niente male: tranquilla, pacifica, poche case, due o tre alberghi chiusi. Zona archeologica con resti romani (colonne ecc.) peraltro recintate e non accessibili. Altre zone sono delimitate da filo spinato e segnalate come zone archeologiche, ma di scavi o lavori neanche l'ombra. Francesco dice che la situazione era identica cinque anni fa. Con una collina abbastanza verde alle spalle, il mare aperto davanti e una lunga e bella spiaggia è un piccolo angolo di paradiso. La sera torniamo a piedi al ristorante ma troviamo il proprietario che ha appena chiuso e se ne sta andando. Ritornando all'hostal con gli stomaci che danno chiari segnali di panico, veniamo raggiunti dal ristoratore con moglie che ci dice di tornare: riapre per noi. Serata piacevole, lui è simpatico e buon conversatore e sua moglie cucina da Dio. Insalata gigante, seppie al nero, tonno in salsa, ananas (Francesco con whisky), caffè e vino bianco locale.



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