24/12/2003

Libia del sud ovest - 2

Autore: Alberico Barattieri
Tratto da: alberico.com

 

Resti della Paris-Dakar

Lungo la Ghadames - Ghat

24 dicembre 2003 

Al mattino, belli vispi e corroborati dal freddo che ci avvolge ripartiamo. Corriamo in piane basse e lievemente sabbiose.
Nell'attraversare una zona di bassi cespugli ci imbattiamo nel relitto di un prototipo Porsche, souvenir di una Parigi-Dakar; naturalmente non riusciamo a resistere alla tentazione di farci reciproche foto al volante...

Incroci con piste tecniche (una che porta verso il confine algerino è utilizzata: incrociamo un camion ed un automobile mentre la attraversiamo), pozzi petroliferi e zone di sondaggio abbandonate, un piccolissimo villaggio è quanto incontriamo prima di arrivare al marabout con pozzo. Una piglia segnala una data: 1927. Al pozzo (acqua buona a 10-12 metri) la guida ci da una dimostrazione del suo utilizzo.

 

Il pozzo vicino al Marabout

Poco dopo aver pranzato e fatto legna, la Land comincia ad accusare dei cali di potenza. Renzo ci mette le mani e, in breve, l'albionica scatola di alluminio si rimette in marcia. Giungiamo sul bordo di un anfiteatro. Davanti a noi si apre un ampia depressione. A terra alcuni tronchi fossili, adagiati nei pressi dell'imbocco della pista. Scendiamo nella depressione. Ora siamo in una piana che ci consente di viaggiare a medie elevate. 

Si avvicina il tramonto. Con la luce ormai rosata passiamo in una valle di terra rossa erosa in modo suggestivo. Altra piana ma questa volta con una miriade di coni perfetti che emergono dal terreno. Paesaggio assolutamente lunare. Ci fermiamo per godere dello spettacolo. Ancora un po' di chilometri prima di giungere alle prime dune dell'erg Awbari (o Ubari, a seconda che vogliate fare i colti o meno). Decidiamo di passare il primo cordone e di fare campo sulla sabbia. Naturalmente la Land ricomincia con i problemi a 500 metri dal campo. Con una energica spinta si rimette in corsa e si appresta ad entrare nell'officina volante che Renzo sta approntando al campo. Tenterà un by-pass per far lavorare la pompa del gasolio come si deve. All'ora di pranzo, insieme all'equipaggio della Land Andrea-Stefano, dopo aver constatato che la pompa originale è ormai andata  adatta una pompa di sentina normalmente usata per travasare il gasolio. Magia! Funziona!

 

Nell'erg Awbari

Lungo la Ghadames - Ghat

25 dicembre 2003

Sveglia, come sempre all'alba. Fa freddino. Intorno a noi solo sabbia e dune. Partiamo addentrandoci verso sud nell'erg Awbari che dobbiamo attraversare e poi costeggiare per portarci in direzione del Tassili libico.

Dopo pochi chilometri iniziano gli scavalcamenti delle dune. Fortunatamente i primi sono meno impegnativi e permettono a tutti di "farsi la mano" sulla sabbia.Mentre il Nonno sta in testa e traccia i passaggi, Athos di ferma nei punti più tecnici ad indicare a chi segue il giusto modo di affrontare l'ostacolo. Per un bel po' ci divertiamo in mezzo a questo immenso toboga.

Su un grande pianoro tra le dune Vera ed Eugenio ci fanno schierare per fare delle riprese. Poi al termine di una lunga discesa si parano davanti a noi dei cordoni di grandi dimensioni. Non sono aggirabili e bisogna attraversarli.
Il punto della situazioneUna bella palestra in cui impariamo a prendere le dovute rincorse per superare le salite più ardue. Anche i locali hanno le loro brave difficoltà in questo punto. Per un'oretta i tentativi vanno avanti fino a che tutti, chi al primo chi al secondo chi al terzo colpo, passano il grande cordone.

Più avanti, in una zona in cui affiorano delle pietre grigie ci fermiamo per lo spuntino. Passano dei motociclisti francesi con auto di scorta e resto impressionato dalla velocità che riescono ad esprimere sulla sabbia. E dalla instabilità delle traiettorie, cosa che richiede doti di funambolo.
Ancora un po' di scavalcamenti di dune non eccessivamente impegnativi. Ora viaggiamo veloci in un grande gassi dove ogni tanto compaiono affioramenti salini. Incontriamo un dromedario solitario che si tiene a debita distanza da noi. Dopo un nuovo stop per la pompa della Land che fa i capricci, ed un altro per bloccare lo snorkel del Nonno chesi è allentato, affrontiamo l'ultimo cordone prima di portarci su terreno più solido lasciando l'erg alla nostra sinistra. Viaggiamo verso sud ovest ed il terreno è ora diventato grigio, quasi nero, molto polveroso. Con il sole di fronte ed ormai basso sull'orizzonte si vede molto poco ma la pista è fortunatamente scorrevole e senza grandi pericoli. Al calar del sole, nonostante il luogo non sia dei più belli, siamo costretti a fare il campo a breve distanza dalla pista.

 

TachioumetLungo la Ghadames - Ghat (deviazione Tassili)

26 dicembre 2003

Sole e cielo blu. La giornata si annuncia radiosa. La pista è abbastanza scorrevole e veloce. Grandi piane con qualche rilievo tra cui zigzaga il percorso. Qualche rara acacia. In un grande piattone con annesso lago asciutto troviamo una sorgente. I locali la chiamano guelta ma oltre a due tubi ed un rubinetto non vedo altro. Comunque ne approfittiamo tutti per rinfrescarci e/o lavarci. Dopo qualche chilometro si scende un "gradino" e nella piana sottostante ci fermiamo per fare legna. Con i tetti carichi di rami le nostre auto prendono definitivamente un aspetto "africano".
Altro grande piattone da 80/90 all'ora fino a quando ci addentriamo nel corso di un wadi per attraversare una falesia che ci sbarra il passo. Una volta dall'altra parte il terreno diventa pietroso fino a che non si comincia a scendere tra piccoli rilievi. Corriamo su un tracciato che si fa strada tra di essi e ne usciamo quando davanti a noi si apre una nuova zona piatta. Poco dopo abbandoniamo la pista tradizionale per Ghat dirigendoci ad ovest, alla ricerca dei passaggi che ci permettano di raggiungere il Tassili. 

Sulla pista per il TassiliAbbiamo dei punti gps che sono stati rilevati solo sulle carte, dunque non certi. Il primo punto che raggiungiamo è il lago secco di Tachioumet, dove è tracciato un campo d'atterraggio, perfettamente piano, ben delimitato da balise visibili da terra e dall'alto. Passato il lago, non senza qualche difficoltà nel trovare il passaggio, superiamo una falesia e ci immettiamo in una valle al fondo della quale la passe è insabbiata. Nuova serie di tentativi per superare sullo slancio il dislivello e prosecuzione verso ovest.

Ad un certo punto le guide segnalano di non essere certi di avere abbastanza carburante per raggiungere la nostra meta per il percorso che stiamo facendo. Si decide quindi di correggere la rotta e di proseguire verso sud in modo da valutare un eventuale cambiamento di percorso verso Al Aweinat ad est per fare rifornimento. Ma tra il dire ed il fare c'è di mezzo il trovare i passaggi che ci permettano questa nuova direzione.
Nei pressi di un monolite a fungo ci fermiamo in attesa che Athos ed il Nonno trovino le passe necessarie. Qualcuno comincia inutilmente a preoccuparsi. Dopo un'oretta troviamo il passaggio giusto e dopo un ulteriore sosta, in cui il poliziotto al seguito si mette a piantare grane pensando che si voglia sconfinare in Algeria, giungiamo ad un wadi protetto dal vento in cui facciamo campo. Secondo la guida, domani in mattinata saremo arrivati ai Tassili.


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