20/12/2003

Libia del sud ovest - 1

Autore: Alberico Barattieri
Tratto da: alberico.com

Al porto di Genova

Genova - Chartage

20-21 dicembre 2003 

Navigazione.

Poi, finalmente, la Tunisia. Le pratiche doganali sono abbastanza veloci e ci troviamo presto fuori della dogana. Montaggio dei CB e via, verso il confine libico. Cioè attraversare un paese africano nella notte: esattamente quello che non si dovrebbe fare mai. Per fortuna la Tunisia è un paese anomalo da questo punto di vista ed il rischio di investire qualcuno, almeno sulle strade principali, è minimo. 
Dopo qualche chilometro mi rendo conto che il mal di testa che mi affligge dallo sbarco sta crescendo e comincio ad avere difficoltà a guidare nella notte. Fortunatamente Andrea (che viaggia su un Land, per cui da qui in avanti lo chiamerò Andrealand) si presta a guidare il mio 80 per buona parte della notte. Chissà se è più fiero lui di guidare un Toy o si vergogna di più il Toy ad essere condotto da un Landista?

 

Ras Jedir - Ghadames

 22 dicembre 2003

NalutDopo una notte al volante arriviamo alle prime luci dell'alba alla frontiera tra Tunisia e Libia. Le formalità doganali sono abbastanza veloci e nel giro di 3 ore entriamo anche in possesso del Carnet de Voiage per le macchine e relative targhe. Più lunghe sono le discussioni con il proprietario dell?agenzia di appoggio e con la guida (che non parla ne inglese ne altro che non sia arabo). Durante le discussioni Marco nota che dal suo pick up Mitsubishi ci sono perdite ad un paraolio del motore. Renzo, il meccanico del gruppo, per la prima volta di una lunga serie si mette la tuta. Non è grave; ci accordiamo con il responsabile dell'agenzia libica che il ricambio ci verrà fatto trovare al nostro arrivo a Ghat.
Quindi, finalmente, partiamo. Dopo qualche chilometro arriviamo alla cittadina di Zwarah dove facciamo il pieno in un distributore allagato di gasolio. In centro svoltiamo a destra, direzione sud, e, oltrepassati i sobborghi proseguiamo lungo la strada che porta a Nalut. Per diversi chilometri dalla città la strada è costeggiata da rifiuti di ogni genere. Una vera e propria discarica. Del resto, già dal confine, abbiamo potuto notare come la pulizia e l'ordine non siano prerogativa della Libia, in netto contrasto con la confinante Tunisia.
Una volta che, strada facendo, la pattumiera si è diradata facciamo un picnic volante. Poi chilometri, tanti, in un panorama abbastanza monotono. Passiamo qualche cittadina senza alcuna attrattiva, vediamo qualche campo verde, intensamente irrigato, fino ad affrontare un passo che con alcuni ripidi tornanti ci porta alla città di Nalut con dei bei resti della città vecchia e delle sue fortificazioni.
La lunga strada verso Ghadames si snoda ora su degli altopiani con pochi punti di riferimento. Ogni tanto qualche piccola duna appare all'orizzonte. Con il buio che cala corriamo su una strada abbastanza scorrevole, con medie di 100-120kmh.
Infine giungiamo a Ghadames.

Prima sorpresa: Ghadames vecchia non si vede, sembra tutto nuovo.
Seconda sorpresa: l'hotel che aveva confermato le prenotazioni via telefono la mattina, non ha posto.
Terza sorpresa: la guest-house che adottiamo come alternativa ha un ingresso al cortile troppo basso per le nostre stracariche 4x4.
Quarta sorpresa: il Terrano di Eugenio e Vera perde acqua dalla pompa.

Alla fine mangiamo un buon pollo con frites all'albergo, ammassiamo le auto nel cortile della casa di fronte alla guest-house e, i più temerari, fanno una doccia tiepido-fredda.  Alla pompa dell'acqua penserà Renzo domani mattina.

 

GhadamesGhadames - Pista per Ghat

23 dicembre 2003

Al risveglio, dopo una ottima ed abbondante colazione alla guest-house, vado con altri a vedere Ghadames vecchia. L'antica città, protetta dall'UNESCO, è molto bella e la sua architettura, tutta cunicoli, archi e giardini è unica, funzionale alla lotta dell'uomo alle alte temperature estive.
Purtroppo è abbandonata. Una città museo che, come ci racconta la nostra anziana guida che parla italiano, finirà per crollare. La manutenzione è infatti affidata ai cittadini di Ghadames (quella nuova e moderna che circonda la vecchia) ma solo i vecchi, con le loro scarse e sempre più esili forze, lavorano a questo scopo. I giovani snobbano questo lavoro, evidentemente poco gratificante...e l'UNESCO, che l'ha inserita nei monumenti da salvare, latita.

Se con la mente ci si lascia andare indietro nel tempo e la si immagina abitata, Ghadames può dare delle sensazioni piacevoli. Le sue lunghe strade coperte, a volte veri e propri cunicoli, che ogni tanto sono interrotte da piccole piazzette riparate da archi decorati sono veramente un piccolo capolavoro. 

Sulla pista verso GhatTornati alla guest-house scopriamo che la riparazione del Terrano non è andata a buon fine. La falla è stata chiusa ma rischiare di lasciare poi l'auto lungo qualche pista più a sud è un rischio che Eugenio e Vera, giustamente, non vogliono correre. Così diventano forzatamente i nuovi passeggeri dell'80 del Nonno. Il Terrano riposerà in attesa del ritorno. Ci spartiamo le casse dei due "smacchinati" ed attendiamo prima la guida, poi il poliziotto. Infine, quando anche l'equipaggio impostoci dal Colonnello è pronto, imbocchiamo la Ghadames-Ghat.
L'attuale pista non sconfina più in territorio algerino e si snoda su un pecorso in parte più a est. Questa prima parte si snoda tra piane sassose e terrose, comunque abbastanza scorrevoli. Ogni tanto qualche piccolo rilievo o un wadi. Incontriamo i resti di un vecchio camioncino Saviem ed Eugenio non si fa scappare l'occasione di una bella ripresa, facendoci sfilare accanto al relitto. Puntiamo verso sud e al tramonto, in una zona con pochi ripari facciamo campo. Fa freddo e tira un forte vento. Nei dintorni un altro relitto: una vecchia Peugeot familiare.


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